Il cosiddetto “Metodo Ancestrale” è un metodo di vinificazione che potremmo definire l’antesignano delle bollicine, visto che è un processo risalente a tempi antichissimi ma utilizzato anche oggi per riuscire a mantenere quella naturalità andata persa con le nuove tecnologie. Il “metodo ancestrale” veniva utilizzato generalmente nella zona dello Champagne; Il vino così ottenuto aveva una maggiore complessità organolettica. Questi vini, che non subiscono la sboccatura, di solito si presentano torbidi per i lieviti presenti in sospensione e con il classico odore di crosta di pane. Anticamente in Francia, il rosato frizzante, beverino e stuzzicante veniva chiamato “ringlinglin” un termine che risale al 1555 e che si riferisce ad un vino che faceva ballare e folleggiare, perché chiassoso, turbolento, giovane ed eccitante. Alla vista: Rosa intenso con venature salmone, leggermente velato se la bottiglia è stata agitata. Al naso: intensi profumi di mela cotogna e albicocca con il classico sentore di crosta di pane. In bocca: Perlage molto delicato e tenue ma lungamente persistente. COME BERLO: Roteare leggermente la bottiglia, senza agitarla, per ottenere un gusto più deciso rimettendo i i lieviti in sospensione. Per chi desidera invece maggiore delicatezza lasciare riposare i depositi di sali tartarici e lieviti sul fondo della bottiglia stappare con attenzione e versare dolcemente.
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L'azienda
La Fattoria Biologica Poggio la Luna si trova tra Scansano e Saturnia (GR) nel cuore della Maremma Toscana in un territorio ancora un po’ “selvaggio” dove le viti convivono felicemente con le api e dove non si fa uso di pesticidi. Da noi solo i grappoli migliori diventano vino, l’obbiettivo aziendale è quello di portare nel bicchiere solo ciò che le piante hanno trovato nelle profondità del terreno ed attraverso le foglie nell’aria pulita, nella pioggia e nel calore del sole. Scansano si trova tra due fiumi l’Ombrone e l’Albegna in una zona della Maremma Toscana ancora incontaminata. In queste dolci colline i vigneti si alternano agli oliveti e cinghiali e caprioli sono gli eterni antagonisti dei vignaioli.
Un territorio già abitato fin dai tempi degli Etruschi che indubbiamente avevano occhio nella scelta dei posti migliori per i loro insediamenti. Nella tenuta, 18 ettari di cui 4 attualmente vitati, le viti sono allevate con il metodo biologico, integrato da alcune pratiche in odore di “biodinamica” come ad esempio seguire le fasi lunari per le lavorazioni del terreno e l’imbottigliamento dei vini. Ricorrere il meno possibile all’uso di macchine, agevolare l’inerbimento della vigna teso a valorizzare le sostanze organiche, e la biodiversità del terreno.